Jet grouting
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La
flessibilità del sistema jet grouting lo porta ad essere impiegato in
numerosissime applicazioni che tentiamo di elencare, senza pretendere di
essere esaustivi:
Esecuzione di ture circolari impermeabili, al fine di consentire l’esecuzione di fondazioni sotto falda, principalmente in alveo
Esecuzione di tamponi di fondo, spesso abbinati alle ture prima descritte, o a formazione di tamponi di fondo scavo con pareti realizzate con paratie continue |
In
questi ultimi anni
Presspali è particolarmente orgogliosa di aver messo a punto un
sistema di realizzazione di paratie
continue perfettamente impermeabili, realizzate mediante la posa in
opera, di Nel
corso del 1971 i giapponesi Ichise e Yamakado misero a punto un
rivoluzionario sistema di consolidamento dei terreni che prevedeva
l’iniezione nel terreno di materiale legante (cemento) ad altissima
pressione (anche fino a 1000 atmosfere pronosticavano in quel momento gli
inventori) attraverso ugelli
orizzontali applicati all’estremità inferiore di aste di
perforazione che venivano ruotate lentamente e sollevate alla finedi una
perforazione. Risultato
del trattamento era una colonna cilindrica di terreno di caratteristiche
migliori dell’originario, perché conglomerato dal cemento così
iniettato. Gli
inventori intravidero subito che il nuovo procedimento, che chiamarono jet grouting,
apriva orizzonti nuovi e importanti nel consolidamento e
impermeabilizzazione dei terreni, ma si accorsero anche dei limiti che il
sistema, così come inizialmente concepito, aveva. Un
primo limite era costituito dalla ridotta dimensione delle colonne che si
riusciva a realizzare. Per ottenere risultati più soddisfacenti si pensò
di aumentare le pressioni di iniezione, naturalmente nei limiti che la
tecnica di quel periodo consentiva.
Si
vide però che l’aumento della pressione di iniezione non portava a un
parallelo aumento dei diametri, soprattutto nei terreni immersi. Gli
inventori però ebbero un’intuizione geniale: sperimentarono che se si
fosse riusciti a realizzare il getto di miscela all’interno di un getto
anulare di aria compressa coassiale ad esso, il getto di aria compressa
avrebbe momentaneamente allontanato l’acqua presente nel terreno
consentendo al getto di miscela legante di arrivare molto più lontano
dall’ugello di iniezione, montato sull’asta, e quindi realizzando una
colonna di dimensioni più grandi. A seguito di questi esperimenti, nel novembre del 1971,
gli inventori ottennero un brevetto giapponese che fu poi esteso a tutto
il mondo. L’invenzione
però non ebbe per anni applicazione pratica, soprattutto perché le pompe
di quel tempo non erano in grado di reggere una produzione industriale, e
poi anche perché non si riusciva a trovare materiali adatti per gli
ugelli che venivano distrutti rapidamente dalla miscela di cemento molto
abrasiva. Gli esperimenti però continuarono. Estendendoli ai
terreni coesivi, il giapponese Kajima, qualche anno dopo (1974) osservò
che in tali terreni il jet grouting era realizzabile se si fosse
preventivamente rotto il terreno con un getto di acqua, meglio se
contenuto nel getto di aria, iniettando contemporaneamente a bassa
pressione (circa 80 atmosfere) la miscela di cemento. Egli
propose quindi un sistema (il cosiddetto procedimento Kajima) che
prevedeva l’impiego di un’asta tripla, formata cioè da tre tubi
concentrici, nei quali scorrevano rispettivamente: aria, acqua e miscela
cementizia. Aria
e acqua uscivano da ugelli posti in prossimità dell’estremità
inferiore dell’asta, e al di sotto di essi veniva pompata a bassa
pressione, attraverso un suo ugello, la miscela di cemento. Il
sistema aveva il pregio di superare le difficoltà dell’iniezione ad
altissima pressione della miscela di cemento abrasiva, e quindi eliminava
gran parte delle difficoltà e dei costi contro cui si era fermata la
diffusione del jet grouting classico. Furono
eseguiti alcuni lavori, specialmente in Olanda e anche in Italia, ma a
seguito di alcuni insuccessi il sistema fu presto negletto. Infatti
l’iniezione di acqua ad alta pressione molto vicina a quella della
miscela cementizia dilavava quest’ultima, tra l’altro in modo
irregolare, rendendo spesso inefficace il trattamento. All’inizio
degli anni 80 il jet grouting classico, disatteso in tutti i Paesi
industrializzati, fu ripreso in Italia per iniziativa del Prof. Lunardi,
che lo introdusse in importanti progetti. Qualcuna fra le maggiori società
specialistiche si attrezzò. Presspali
ne studiò l’applicazione industriale con una serie di esperimenti: si
vide che spingere la pressione oltre 400 - 450 atmosfere non serviva, ma
in ogni modo bisognava disporre di pompe in grado di lavorare a 600 bar in
servizio continuo. Il livello raggiunto dalla tecnica consentiva soluzioni
per gli ugelli non realizzabili dieci anni prima. Per ottenere grandi
diametri si studiarono particolari forme per gli ugelli, per le valvole
delle pompe i cui primi esemplari furono fatti appositamente costruire su
commissione. All’inizio
degli anni 90 Presspali mise a punto un sistema, il MEGAJET, che
utilizzava la possibilità di iniettare in servizio continuo alla
pressione di oltre 400 bar portate anche notevoli di miscela di cemento
racchiusa in un getto di aria, con accorgimenti che eliminavano le
possibilità di ritorno della miscela nel condotto dell’aria: con tale
sistema Presspali ha realizzato colonne anche di 2,50 m di diametro, con
resistenze finali apprezzabili in relazione alla natura dei terreni
trattati. Furono realizzati lavori importanti con risultati ottimi e
sorprendenti soprattutto sotto il profilo dell’impermeabilizzazione.
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Esecuzione di jet verticali di sutura, a tergo di palificate intervallate eseguite in luogo delle paratie, ove non sia possibile eseguire quest’ultime in terreni molto inconsistenti o con molti trovanti
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Esecuzione di taglioni sotterranei, in sostituzione degli analoghi taglioni in calcestruzzo o in diaframma plastico. Tale lavorazione si presta particolarmente alla formazione di taglioni supplementari da eseguirsi su opere esistenti, che sono in esercizio e non possono essere fermate. Infatti l’esecuzione del jet grouting è puntuale, ed il taglione si forma per successive giunzioni di singole colone compenetrate, e può essere realizzato con attrezzature più contenute rispetto ai diaframmi. Un vantaggio decisivo è che il taglione di monte deve essere eseguito sotto battente di anche svariati metri di acqua, e quindi risulta l’unica metodologia possibile ![]() |
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Esecuzione
di vere palificate portanti, in sostituzione delle analoghe palificate in
micropali o pali battuti/trivellati
Miglioramento del terreno sull’impronta dei successivi infilaggi in galleria, ove si sia in presenza di terreni fini per nulla coesivi Miglioramento generale del terreno sciolto interessato allo scavo di una futura galleria, ove si sia in presenza di coperture limitate a 15-20m, ricostruendo una coesione media che consente alla fresa continua (TBM) di perforare anche in terreni sciolti o rocce molto degradare, che per loro natura non sono perforabili dalla TBM
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Miglioramento generale di terreno di fondazione molto compressibile interessato da cedimenti importanti incompatibili con l’edificazione di sovrastrutture
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